Quando si parla di Startup, l’immaginario comune si ancora inevitabilmente alla Silicon Valley e all’idea di giovani ragazzi pieni di entusiasmo e con la voglia di cambiare il mondo a suon di codici e App. Ma che cos’è una startup?
Un’azienda particolarmente innovativa?
Qualsiasi azienda che si trovi nei primi anni di vita?
Un gruppetto di nerd con velleità imprenditoriali?
In senso stretto, per Startup s’intende una nuova azienda che mira a sviluppare un business di tipo nuovo: non ancora esistente, ripetibile e scalabile.
Secondo l’ultimo report di Mise, InfoCamere e Unioncamere sulle Startup, nel primo trimestre dell’anno le startup innovative italiane hanno superato per la prima volta quota 10mila, assestandosi precisamente a 10.075 al 31 marzo 2019.
In tutta onestà credo che nessuno, né io né nessun altro, sia in grado di offrire le regole d’oro per avviare un nuovo business di sicuro successo. Però penso di poter offrire alcuni spunti di riflessione utili a new manager e startupper: le mie parole sono la diretta interpretazione dell’esperienza maturata in tanti anni di relazioni con imprenditori di diversa età ed esperienza, con i quali ho discusso su un numero ormai considerevole di nuovi progetti di business.
Come avviare una Startup di successo: i passi fondamentali
1. Prevedere e ricercare un posizionamento chiaro nel mercato
Identificare la concorrenza diretta e indiretta rispetto al prodotto/servizio che intende sviluppare è fondamentale per comprendere i punti di forza della propria soluzione: perché il cliente dovrebbe scegliervi? A quale problema date risposta? Che cosa vi rende differenti dai competitors? L’obiettivo dev’essere portare la propria idea sul mercato consapevoli dei suoi sviluppi realistici e di una stima realistica del mercato potenziale.
2. Inquadrare in modo preciso tempi e risorse
Uno dei principali errori è l’approssimazione nel calcolo delle risorse economiche e dei tempi necessari allo sviluppo della startup. Non considerare in modo realistico i limiti del progetto, le difficoltà e gli imprevisti insiti nel suo sviluppo è un errore grave perché determina a cascata numerosi problemi. A livello psicologico, può comportare una frustrazione che influisce negativamente sulle successive azioni, che a quel punto saranno vissute come mortificanti correzioni. Nel dialogo con potenziali partner e finanziatori, una programmazione errata (o improbabile) fa crollare sul nascere la credibilità del progetto imprenditoriale: partner e investitori non ammettono approssimazioni.
3. Costruire una presentazione efficace
Lavorare ad una presentazione esaustiva e convincente è il primo vero investimento, ed è anche l’occasione per porsi dalla parte di chi valuterà la bontà del progetto.
Spesso gli startupper non dedicano abbastanza energie alla preparazione del pitch, sulla base del quale avverrà di fatto una valutazione. L’errore principale è aspettarsi che siano i potenziali investitori a dire “come fare”, mentre è fondamentale considerare ogni dettaglio del progetto, e non glissare sui punti potenzialmente deboli, bensì affrontarli esaustivamente, individuando le soluzioni in modo chiaro e realistico.
4. O meglio: 1. Trovare i capitali!!
La ricerca di denaro resta il primo vero obiettivo fondamentale per una startup al suo stato iniziale. Senza capitali, è praticamente impossibile avviare un nuovo business.
In Italia, il sistema di credito legato alle startup è ancora allo stadio embrionale e non ha raggiunto nemmeno lontanamente le dinamiche che caratterizzano altri Paesi, come gli Stati Uniti. In parole più semplici, in Italia è molto difficile trovare finanziatori disposti a immettere ingenti somme per il lancio di un progetto anche quando, sulla carta, potrebbe funzionare.
La tendenza da parte degli investitori? Puntare sull”early-stage”: individuare idee, prima ancora che progetti imprenditoriali. “A volte non c’è nemmeno un business plan” ha recentemente dichiarato Gill Cogan di Opus Capital – fondo che gestisce un portafoglio da 1,7 miliardi di dollari a livello globale – durante l’ultima edizione di Tech Insight 2019. “Puntiamo piccole quantità di denaro, anche 50 o 100mila dollari, per permettere agli imprenditori di sviluppare la loro idea in un piano industriale”.
Una cosa è certa: l’interesse degli investitori è inserirsi laddove ci sono le maggiori opportunità di generare un grande business, per questo il loro interesse è particolarmente rivolto alle iniziative scalabili a livello di massa.
Esistono quindi delle “piazze”, virtuali e non, dove imprenditori e investitori possono incontrarsi. È fondamentale per chi punta a ricercare finanziamenti inserirsi in questi contesti. Sempre nell’ambito della ricerca di finanziamenti, molte Startup sono riuscite ad emergere grazie al “Crowfunding” e all’”Equity crowfunding”. Nel secondo caso, la moneta di scambio sono strumenti partecipativi al capitale di rischio (“equity” quali azioni di S.p.a. o quote di S.r.l.).
5. Seguire (e ricercare) modelli di successo
Documentatevi, leggete, studiate i casi di successo. Ancor meglio: inseritevi in contesti vivi, parlate di persona con imprenditori, startupper, manager, investitori. Non c’è niente di più proficuo ed illuminante che parlare di persona con chi ha maturato esperienze diverse dalle vostre: vi offriranno un punto di vista nuovo, e strumenti preziosi, questo è certo.
Seguite metodi vincenti. Il metodo Lean Startup è una pietra miliare; prevede lo sviluppo di un minimo prodotto presentabile sul mercato (MVP). L’idea è di non disperdere risorse ed energie sul cercare la perfezione in fase iniziale: far testare il prodotto quando è ancora imperfetto, magari brutto, è propedeutico al suo successivo perfezionamento.
Strumenti come il Business Model Canvas, poi, consentono di strutturare con maggior precisione e consapevolezza il proprio modello e suoi possibili sviluppi. Proiezioni dettagliate sul possibile sviluppo della startup può rivelarsi molto convincente in fase di presentazione.
È poi fondamentale assicurarsi della validità del modello di business sulla base di metriche misurabili: è fondamentale per convincere gli investitori a partecipare al rischio d’impresa! Spesso raccogliere metriche è difficile da, ma anche i piccoli numeri offrono pur sempre un una statistica: cercate il modo di aumentare il più possibile il numero di test, registrate le informazioni, intrecciate i dati, interpretateli.
6. Bilanciare entusiasmo e consapevolezza
L’entusiasmo è un’arma a doppio taglio. Non deve mancare mai, anche nei momenti più difficili e anche nelle fasi più avanzate nel progetto imprenditoriale. L’entusiasmo non manca a chi ha un nuovo progetto imprenditoriale ed è proprio in questa fase che può giocare brutti scherzi, perché può offuscare la lettura attenta dei fenomeni. Siete certi che la vostra idea sia realmente innovativa? Siete sicuri che nessun altro la stia già sviluppando, e magari abbia già guadagnato un vantaggio considerevole rispetto a voi? Avete considerato ogni cosa?
Fare leva eccessiva sull’entusiasmo può essere controproducente specie nella presentazione del proprio progetto a mentori, investitori e partner, che potrebbero allarmarsi e temere un approccio imprenditoriale ingenuo.
Un imprenditore non vi dirà mai di non farvi alimentare dall’entusiasmo, a guidarvi deve però essere una pari dose di lucida obiettività.
Letture consigliate
- Unioncamere, Report sulle Startup innovative
- Gazzetta Ufficiale, Decreto legge 18 dicembre 2012 n.179
- Eric Ries, Partire leggeri. Il metodo Lean Startup
- Business Model Canvas
- Wired, 9 Startup italiane da tenere d’occhio nel 2019
- Il Sole24Ore, Queste startup cambieranno il mondo nel corso del 2019